Cosa fare per rimanere in forma durante le festività?
Contrariamente a quanto si possa pensare, rimanere in forma durante le festività natalizie è possibile.
Il Natale è arrivato e tutti sanno benissimo che per quanto possiamo limitare l’apporto calorico soprattutto nei giorni di festa si mangerà di più.
La condivisione e lo stare insieme nei momenti di aggregazione gratifica e aumenta l’autostima.
Come si può evitare di rinunciare a momenti di piacere come questi e riuscire a rimanere in forma allo stesso tempo?
Lascia che ti spieghi!
Il nostro modo di vedere le cose è fuori dall’ordinario e presenta una nuova prospettiva.
Correre ai ripari dopo che il grasso cutaneo si è accumulato sarebbe una decisione poco saggia.
Quindi se risulta difficile mantenere inalterata la possibilità di una alimentazione abituale, non correre ai ripari, ma sfata il mito non si ingrassa da Natale a Capodanno, ma da Capodanno a Natale.
Vuol dire che pochi giorni rispetto a 365 giorni dell’anno contano realmente poco.
Ma se non abbiamo nessun potere sulla composizione corporea e l’efficacia del metabolismo, perché imprevedibili, non si può dire lo stesso per il comportamento.
Prima ancora di ingrassare continua ad allenarti durante le feste.
Il comportamento, cioè il modo di allenarsi, se costante o sporadico, dipende da noi.
Purtroppo, il bilancio energetico non conosce le solennità, non va in vacanza.
Questa mancata consapevolezza potrebbe determinare il tuo aumento di peso più di ogni altra cosa.
E’ piacevole gustare del buon cibo in compagnia, ma è altrettanto vero che rimanere in forma non ha nulla a che vedere con il fatto di mangiar poco o tanto.
La cosa fondamentale a cui devi prestare attenzione, se vuoi evitare di prendere peso, è cercare di rimanere in equilibrio con il bilancio energetico: più mangi, più dovrai bruciare.
Se ti sembra una missione impossibile ti sbagli davvero.
Continua e leggere…
Per rimanere in forma basta allenarsi di più
Il nostro fisico per rimanere in forma ragiona a lungo termine, tradotto in parole povere non bisogna essere in equilibrio energetico ogni giorno.
E’ fondamentale rimanere in forma settimanalmente e mensilmente.
Questo vuol dire che se in una settimana/mese mangi più calorie, un’altra settimana/mese ti allenerai di più.
L’innovazione del nostro modo di pensare non è tanto dimagrire, ma quanto piuttosto mantenere lo stesso peso anche dopo le ricorrenze.
A questo punto è indispensabile godersi le festività, ma allo stesso tempo portare l’organismo a consumare tanto, grazie all’allenamento, la maggior parte delle calorie in eccesso assunte durante i pranzi e le cene natalizie.
L’allenamento per camminata è la miglior soluzione per ottenere i risultati attesi.
L’attività aerobica si realizza su un tappeto meccanico con una resistenza variabile a seconda della andatura.
Il ritmo cadenzato della musica e il gruppo fornisce una maggiore motivazione al movimento.
Walking, un perfezionamento del movimento naturale della camminata.
Tutti sono in grado di farlo, proprio perché è un gesto naturale.
In questa disciplina non ci sono controindicazioni e i suoi benefici sono molteplici.
E’ un’attività che produce un analgesico naturale, quindi funge da antistress, poiché la sinergia che si crea tra il movimento del corpo e i ritmi modulari donano un senso di estraniamento.
L’attività aerobica, che si ottiene attraverso lo specifico gesto di andatura costante, permette di bruciare tossine, grasso in eccesso e migliorare l’attività cardio circolatoria.
L’atteggiamento mentale, durante la camminata è fondamentale per ottenere il massimo beneficio.
Ricordiamoci che il nostro benessere risiede nel saper ascoltare il proprio corpo: per imparare a riconoscere tali segnali una pratica ottimale è rappresentata dall’abitudine a fare sport ad ampio raggio.
Non occorre correre ai ripari se hai la possibilità di decidere su te stesso e sul tuo comportamento.
Comincia già da subito e noi ti sosterremmo nel tuo cambiamento.
Fare palestra, oltre ad essere salutare, rende più sicuri e caccia via i cattivi pensieri.
Non startene chiuso in casa a pensare cosa potresti fare e cosa avresti potuto fare come se fosse un rimpianto.
Spalanca le porte della pigrizia, pratica sport e vedrai che la vita ti sorriderà.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera il movimento e l’allenamento come terapie preventive.
Lo sport irrobustisce il cuore, aumenta la sua efficienza e ne riduce i battiti.
Le ossa e i muscoli sono stimolati dal maggior flusso di sangue.
Vengono ridotti i rischi di ammalarsi di svariate malattie sia a livello fisico che a livello psicosomatico.
Si possono prevenire ipertensione, malattie cardiache e obesità.
La gestione dell’ansia e dello stress migliora con l’attività fisica.
Allenarsi permette il rilascio di endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello, con un importante potere analgesico ed eccitante.
Se da una parte si scaricano stress e preoccupazioni della giornata, dall’altra ci si rende conto di poter fare più di quello che ci si aspettava.
Senza dubbio ottime premesse, ma nella realtà cos’è che ci ostacola a fare palestra?
E ancora qual è invece il meccanismo che ci spinge ad andare a lezione di fitness?
Non riuscite a trovare uno stimolo valido?
Beh, nulla è impossibile!
Procediamo per gradi!
Innanzitutto ti andrebbe di scoprire, perché c’è tanta resistenza tra pensare di fare palestra e andarci davvero?
Rinviare gli appuntamenti fa parte dell’essere umano quando è consapevole del fatto che costerà fatica.
Questa resistenza durerà pochi giorni, perché la dopamina, prodotta in grande quantità durante l’esercizio fisico, prenderà il posto dell’ormone dello stress, il cortisolo.
Vedrai sarà più piacevole fare palestra quando la tua mente avrà scoperto quanto sia bello.
Ma torniamo a noi…
Il problema a questo punto non è fare palestra, ma trovare l’incentivo giusto per andarci.
COSA CI VUOLE PER FARE PALESTRA?
Fare palestra, un desiderio inespresso!
Ma che appartiene alla maggior parte di coloro che vorrebbero trovare un modo per scaricare energie negative.
I fattori che spingono ad andare in palestra sono diversi e alcuni veramente complessi.
Innanzitutto, condividere qualcosa con qualcuno e stare in mezzo agli altri aiuta a tenere lontana apatia e fiacca.
A questo punto non ti resta che trovare un amico o un compagno a cui piace fare palestra.
L’appoggio che deriva dall’essere in due ad affrontare una situazione nuova è più importante di qualsiasi altro motivo di necessità.
Ci saranno giorni in cui la svogliatezza prenderà il sopravvento e lui ti spingerà, pur non volendolo, ad andare a lezione.
I benefici dell’attività fisica li vedrai scorrere sul tuo viso e sul tuo corpo.
Questi fungeranno da rinforzo a tutti i successivi comportamenti.
Dagli studi di medicina antiaging è emerso che fare palestra regolarmente consente di avere un’età biologica inferiore.
Salvaguardando il tono muscolare ne beneficia quello cutaneo.
Oltretutto viene incrementata la produzione degli ormoni della crescita che contrastano l’invecchiamento psico-fisico e ostacolano i segni del tempo.
La soddisfazione di poter indossare un vecchio vestito ed essere riusciti ad entrare in una taglia di qualche anno fa, aumenterà l’autostima.
Ma non finisce qua…
Una palestra ben attrezzata che mette a disposizione macchinari di ultima generazione, in ambienti con tonalità cromatiche e sempre ben puliti, stimolerà maggiormente gli ormoni della felicità.
Per non parlare poi degli allenatori che dovrebbero essere divertenti, professionali e soprattutto motivatori.
Il comportamento futuro, quello cioè di ritornare in palestra, sarà preceduto da questi stimoli antecedenti.
La risposta positiva dipenderà dalla frequenza, dalla durata e dall’accuratezza con cui saranno reiterati gli stimoli al comportamento realizzato.
Quindi a questo punto non ti resta che trovare un amico, venire in palestra e il gioco sarà fatto.
Direi pessime condizioni per restare in forma in estate.
Ma lascia che ti dica una cosa…
Tutto si può fare, basta volerlo.
Durante l’estate, a nessuno piacerebbe sudare e contemporaneamente provare una sensazione di calore corporeo.
Eppure scegliendo attività adatte e ore giuste, è possibile continuare ad allenarsi.
Ma prima di darti dei consigli pratici facciamo un passo indietro.
L’estate è la stagione più attesa dell’anno e non tutti riescono ad arrivarci in piena forma.
Per prima cosa ti suggerisco di considerarla una stagione come tutte le altre.
In secondo luogo di tenere sotto controllo il peso e di provare a mantenere i progressi fisici ottenuti.
Tuttavia quando parlo di restare in forma intendo dire un giusto equilibrio tra attività fisica e alimentazione.
Per cui piuttosto che tormentarti di non essere diventato un modello/a, cerca di mantenere nel tempo i successi ottenuti sia in ambito prestativo sia dal punto di vista fisico.
Ecco perché la soluzione migliore ad una perenne insoddisfazione del proprio corpo, sarebbe quella di non smettere di praticare movimento e di restare in forma tutto l’anno.
Per cominciare, durante tutta la giornata, bisogna avere degli accorgimenti alimentari, che potrebbero fare la differenza.
I cosiddetti attacchi di fame possono essere soddisfatti prediligendo frutta secca, yogurt magro e ortaggi di stagione.
Il calore ci costringe a bere molto, a questo punto sarebbe utile assumere acqua e sali minerali, per una giusta integrazione.
Durante i pasti principali non dovrebbe mai mancare pane o pasta, carne o pesce, ma soprattutto tanta verdura, da assumere prima degli alimenti base.
Il trucco sta nell’evitare di preparare porzioni troppo abbondanti.
Dovremmo alzarci da tavola senza aver soddisfatto il senso di pienezza.
In ultimo, ma non certo per importanza, bisogna seguire una dieta equilibrata prescritta preferibilmente da professionisti del settore.
Come restare in forma in estate: allenamenti intensi
Ad incidere sulla possibilità di restare in forma in estate sono diversi fattori: durata, intensità e frequenza del movimento quotidiano e durante gli allenamenti.
E’ ovvio che il dispendio calorico di un fattorino è maggiore di un operatore terminalista, che resta seduto in ufficio tutto il giorno.
A questo punto ti suggerisco di scegliere le attività sportive a seconda dei movimenti che compi durante la giornata.
Sport con prevalente utilizzo di capacità cardio muscolari, come bicicletta o camminata, sarebbero adatte per chi svolge lavori sedentari o con poco movimento.
Ovviamente se si tratta di una prestazione ad alta intensità, questi tipi di sport hanno un impatto immediato sul metabolismo.
E’ necessario ripetere l’esperienza almeno tre volte a settimana, per circa un’ora.
Chi pratica lavori faticosi e pesanti dovrebbe prediligere attività che impiegano la forza muscolare e hanno un ridotto lavoro cardio muscolare, come sollevare pesi a circuito.
Questo tipo di metodo non porta dei benefici nell’immediato, ma permette di rendere continuamente attivo il metabolismo e di aumentare la massa muscolare, che brucerà più carburante durante il consueto lavoro, effetto epoc.
In ogni caso per bruciare calorie non è necessario mettere in pratica lunghe ore di allenamento, ma muoversi ad alta intensità durante la seduta.
In altre parole è più produttivo praticare 40 minuti di attività aerobica intensa come una corsa veloce, piuttosto che camminare a lungo ad un andamento lento.
Questa stato di cose rende conveniente l’attività sportiva anche in termine di ottimizzazione del tempo da dedicare alla svago e allo sport.
Ci lamentiamo sempre di essere troppo impegnati nel lavoro, in famiglia o con il partner, per ritagliarci dei momenti da dedicare a noi stessi.
Eppure dopo quanto detto sarà più facile scoprire che l’attività sportiva intensa ci permette addirittura di economizzare il tempo.
Se vuoi scoprire di più continua a leggere…
Per restare in forma in estate è meglio allenarsi durante le ore serali
E’ ora di prendere in esame la componete ora della giornata da riservare all’allenamento, perché il nostro unico obiettivo è quello di restare in forma in estate.
Innanzitutto bisogna sapere che il corpo durante l’attività fisica produce 80% di calore che viene eliminato per evaporazione.
Se l’aria è umida, l’evaporazione è ridotta al minimo e il corpo aumentando la sua temperatura fa più fatica a muoversi.
Quindi se l’organismo è impegnato ad usare energia per ristabilire una adeguata temperatura interna, diminuirà la prestazione.
In definitiva sarebbe più opportuno trovare 3/4 momenti nell’arco della settimana, prima di cena, e stimolare il metabolismo con delle sedute di allenamento della durata di 30/40 minuti.
Un altro elemento da non sottovalutare è l’abitudine alla tipologia di attività.
Il corpo tende, per omeostasi naturale, al raggiungimento di una stabilità relativa al comportamento, per cui cercherà di rendere familiare ogni gesto motorio.
Che fare a questo punto?
Prova a stupirlo!
Ma come?
Variando costantemente l’attività motoria, l’individuo dovrà tenere sempre alta l’attenzione, che richiederà un dispendio calorico maggiore.
Adesso arriva il bello!
Ancora prima di considerare le varianti al movimento, è necessario prendere in considerazione anche la motivazione.
Essa rappresenta il motore dell’attivismo, quindi, sarebbe conveniente ascoltare musica durante gli allenamenti oppure praticare sport in compagnia
Meglio se hai la possibilità di frequentare corsi in palestra, dove l’esperienza dell’istruttore e il coinvolgimento del gruppo renderanno il training più allettante.
In conclusione è importante sottolineare che per acquisire delle buone abitudini bisogna iniziare già da subito ad allenarsi e avere una certa costanza, cosicché diventi uno stile di vita.
Ultima cosa…
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Siamo certi che lo apprezzeranno e vivrete insieme una stagione all’insegna del motto “restare in forma in estate“.
Ti svegli, colazione, faccende di casa, mangi, riposino, tv, cena, dormi.
Ad un certo punto…la speranza delle riaperture.
Quella che sembrava la quotidianità è diventata una brutta canzone con un ritornello da ripetere in loop.
Non avere la possibilità oppure l’impotenza di cambiare le cose ha reso tutto più difficile, direi proprio un incubo.
Nel momento delle riaperture, invece, la mancanza di momenti abituali si è trasformata in preoccupazione vera e propria.
Le restrizioni, senza un viaggio, né un party o una chiacchierata con gli amici, hanno reso la vita ancora più metodica di prima.
Oh, perlomeno credevamo che fosse così.
Si è persa la speranza di desiderare qualcos’altro, perché in realtà i lunghi tempi di attesa e i ripetuti rinvii alle riaperture, hanno spento l’attivismo.
Non c’era il pensiero felice di una cena con i colleghi di lavoro a riempirti il cuore o il confronto con un amico a farti superare qualche controversia d’ufficio.
Nel baratro ci siamo caduti tutti, chi più e chi meno, eppure avere una sorte comune non è bastato a consolarci.
A colpi di spallucce e consensi con la testa, abbiamo ripetuto mille volte “andrà tutto bene”.
Nonostante tutto pur uscendo dalla consuetudine, con le riaperture, siamo approdati sulla zattera delle incertezze.
Quelle false certezze si sono trasformate in nuove paure, perché non c’è più niente da attendere, piuttosto tutto da riorganizzare.
Lascia che ti dica una cosa…abbiamo provato le stesse emozioni e so come ti senti.
La dott.ssa Maura Manca, psicoterapeuta dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, sostiene che la speranza ci porta ad agire e ci permette di affrontare qualsiasi situazione pur di ottenere quello che vogliamo.
Non ho superato l’esame di Matematica… delusione, tristezza e sfiducia, ma poi anche ambizione di poterlo rifare, perché il mio unico e ultimo obiettivo è laurearmi e trovare un lavoro.
Le riaperture riaccendono l’attivismo
A causa delle continue riaperture e chiusure, zone arcobaleno e falsi colori regionali, ci siamo tutti sentiti travolti da un effetto limbo.
L’incertezza blocca la progettualità, perché in fase di realizzazione le fondamenta devono essere salde.
Disillusi dopo aver avuto l’impressione che tutto fosse finito, ci siamo ritrovati a non credere che fosse ora di ricominciare a camminare con le nostre gambe.
So come ti senti e cosa stai provando!
Eppure basterebbe spolverare quella stessa trepidazione positiva che ci ha spinti a viaggiare, a incontrare nuova gente o a lavorare senza sosta, per ritrovare la giusta spinta.
In realtà a mancare non è un abbraccio, ma il senso di quel gesto.
Un momento di condivisione con un’altra persona permette all’organismo di rilasciare una serie di sostanze che vanno a riattivare delle aree cerebrali che generano benessere.
La paura del domani non può trasformarsi in arresto da ogni esperienza o da qualsiasi momento di vita.
A questo punto dovremmo accettare la sfida che la nuova realtà delle riaperture ci pone davanti.
L’essere felici dipende da diversi ormoni della felicità come la serotonina, la dopamina, l’ossitocina, l’adrenalina, il gaba e le endorfine.
La felicità non è un fatto puramente emotivo, ma viene influenzato da una serie di reazioni biochimiche, regolate da neurotrasmettitori e ormoni sotto lo stretto controllo del cervello.
La serotonina prodotta nel sistema nervoso centrale e nell’intestino, regola il tono dell’umore, la memoria, l’appetito, l’alternanza sonno-veglia.
La dopamina, invece, è un neurotrasmettitore, che aumenta quando facciamo qualcosa che dà piacere e soprattutto soddisfazione.
Questa molecola è coinvolta in molte funzioni cerebrali e nelle aree del cervello che controllano le emozioni e la motivazione.
Il meccanismo è semplice: se si mangia un cibo buono, la dopamina lo segnala al cervello e di conseguenza lo spinge a ripetere il meccanismo, fonte di piacere.
L’ossitocina, altresì, viene prodotta nella zona del cervello, l’ipotalamo, e si accentua durante le effusioni, con conseguente abbassamento dei freni inibitori sociali, come la paura e l’ansia.
E ancora l’adrenalina, il neurotrasmettitore principale del sistema nervoso simpatico, rappresenta il lievito di ogni movimento.
Il rilascio di questa sostanza è stimolato da forti emozioni e nelle reazioni di attacco o fuga aumenta.
Una volta secreta, accelera la frequenza cardiaca, restringe i vasi sanguigni, dilata le vie aeree e di conseguenza migliora la reattività dell’organismo.
Il gaba è uno dei neurotrasmettitori fondamentali del cervello ed agisce come un “riduttore” dello stress e dell’ansia.
Questa molecola, detta anche ormone della serenità, può essere considerata un vero e proprio tranquillante naturale.
Non ultime per importanza, le endorfine sono un gruppo di sostanze chimiche, sintetizzate nell’ipofisi, nei surreni e nell’apparato digerente, che diminuiscono la percezione della fatica e del dolore.
La felicità è una scarica di energia, che mette in moto tutto l’organismo, ragione per cui può essere utile produrre più ormoni della felicità.
Gli ormoni della felicità aumentano grazie allo sport
Da quasi cinquant’anni la scienza si interroga su come manipolare il sistema serotoninergico e riuscire a modulare l’umore attraverso gli ormoni della felicità.
Produrne il maggior numero sarebbe il modo migliore per venir fuori dalla trappola della stanchezza, della irritabilità e della malinconia.
Un buon punto di partenza è organizzare la giornata stabilendo dei rituali, ma anche delle abitudini più positive, come correre oppure camminare.
I personal trainer precisano che la pratica sportiva, fonte inesauribile di serotonina, produce un senso di benessere generalizzato e non ha controindicazioni.
Ecco spiegato il motivo per il quale l’organismo, superata la resistenza iniziale alla fatica, va alla ricerca delle stesse situazioni che gli hanno procurato piacere.
Anche piccole cose possono accendere i centri del piacere e incrementare il senso di gratificazione.
Gli esperti della Fondazione Veronesi, suggeriscono attività all’aria aperta, in quanto, la luce che passa per la retina, appena sopra il chiasmo ottico, stimola la produzione di serotonina.
In definitiva sarebbe bene iniziare a fare lunghe passeggiate a ritmo costante, in spazi verdi di grandi dimensioni almeno una volta al giorno e per tre volte alla settimana, della durata di circa 20 minuti.
Dolore, disagio e tensione muscolare sono tutti segnali d’allarme, che indicano una riduzione del livello analgesico delle endorfine.
Questi neurotrasmettitori sono delle droghe positive naturali, che si stimolano con allenamenti intensi.
Durante le camminate giornaliere si può percorrere lo stesso tratto, ma ad un’andatura più sostenuta, se non altro per due volte a settimana.
Il meccanismo motivazionale è alla base di qualsiasi comportamento, per cui la persona dovrebbe percepire il movimento come interessante.
Man mano il cervello sprigionerà dopamina e l’individuo sarà indotto a ripetere quel tipo di allenamento.
Alle lunghe passeggiate si dovrebbero aggiungere escursioni di breve durata in montagna o su rilievi collinari, almeno una volta a settimana.
Tra gli ormoni della felicità è l’Adrenalina a generare attivazione
In ogni caso l’attività motoria per essere sempre invitante dovrà fare leva sull’adrenalina, che più tra tutti gli ormoni della felicità, ha la proprietà di rendere l’organismo reattivo.
Il suo sviluppo è sollecitato da movimenti che consentono di uscire dalla propria confort zone e che prevedono difficoltà in crescendo seduta dopo seduta.
Quindi ogni allenamento dovrà contenere degli stimoli nuovi tali da aumentare nell’individuo le proprie aspettative.
Il corpo lanciato verso nuove mete diventerà sempre più forte.
La soluzione più allettante sarebbe alternate giornate di cammino a sedute di corsa, magari con alcuni esercizi per l’addome.
Anche gli ormoni della felicità hanno bisogno di essere allenati così da diventare stimolatori naturali di un modus operandi.
La pratica sportiva deve formare un’abitudine a cui non si può rinunciare.
In ambito sportivo esiste l’espressione Runner’s high per indicare la sensazione di euforia riscontrata da molti atleti durante un esercizio sportivo prolungato.
Questa condizione è dovuta ad una causa neurochimica, cioè il rilascio di endorfine da parte dell’ipofisi, che nel nostro organismo danno luogo ad una piacevole sensazione di benessere.
Tali sostanze, insieme agli altri ormoni della felicità, fanno parte di antichi meccanismi di sopravvivenza, che hanno permesso all’uomo di continuare a lottare anche quando si trovava sotto stress.
I ricercatori dell’Università di Boston (Journal of Alternative and Complementary Medicine), hanno condotto uno studio sull’aumento di alcuni ormoni della felicità.
I risultati raccolti hanno dimostrato un incremento a seguito di 60 minuti di meditazione dei neurotrasmettitori gaba.
Queste sostanze, una sorta di ansiolitico naturale, hanno effetti inibitori del sistema nervoso centrale, favoriscono il rilassamento e il sonno ristoratore.
Riassumendo è importante: coltivare sport interessanti all’aria aperta, orientati verso nuove mete da alternare a pratiche di meditazione, utili per la concentrazione.
Affective responses in Mountain Hiking – A randomized crossover trial focusing on differences between indoor and outdoor activity
I risultati del presente studio indicano che una attività fisica della durata di circa tre ore svolta in ambiente naturale (escursioni in montagna) provoca risposte positive maggiori rispetto ad un gruppo di controllo con soggetti sedentari.
Pertanto, anche l’attività fisica di lunga durata (circa tre ore) può essere raccomandata per migliorare le risposte fisiologiche effettivamente indagate.
Inoltre, questi risultati forniscono supporto sia per la teoria psicofisiologica del recupero dello stress sia per i benefici effettivi.
In tal modo, sono stati confermati cambiamenti sugli stati di ansia e sull’umore.
Il termine peso forma indica il valore del peso corporeo umano in una condizione di efficienza e di buon stato di salute psicofisica.
La medicina definisce un soggetto in buona salute nel conseguimento della migliore qualità e durata della vita, quasi in totale assenza di malattia.
Il peso corporeo umano è determinato dalla massa dei tessuti, di organi e di liquidi nel sistema e si misura con la bilancia.
Il peso forma cambia da individuo a individuo, in base alla statura, al funzionamento linfatico e alle scorte energetiche.
Il primo dato indicativo, la statura, rivela che il peso si sviluppa in proporzione al cubo della stessa.
Il secondo è fornito dalla quantità dei liquidi trattenuti, che a loro volta dipendono dagli ormoni e dal funzionamento del sistema linfatico.
Il terzo è corredato dalle scorte energetiche accumulate, il cosiddetto grasso bianco, che dipende dalle cellule lipidiche e dal loro riempimento, a seconda del regime alimentare.
I fattori, invece, che determinano il peso forma sono tanti: genetica, anatomia e fisiologia, metabolismo, età, infezioni e stile di vita.
E’ luogo comune credere che il fattore ormonale, sia il principale responsabile dell’aumento di peso.
In realtà la cattiva alimentazione e la mancanza di attività fisica sono imputabili all’incremento ponderale.
Tra le diverse formule utilizzate per poter valutare se il proprio peso ideale rientra nella classificazione del normopeso o meno (-10<+10%) ne sono pieni i siti internet.
Tuttavia il peso forma non può essere considerato come valore assoluto in riferimento a dei valori standardizzati.
E’ necessario prendere in considerazione, in una accezione più moderna, il concetto di composizione corporea: peso, altezza e valori della massa grassa e della massa magra.
Questi ultimi dati sono valutabili tramite la bioimpedenza, un esame di tipo bioelettrico, che analizza quantitativamente e qualitativamente la composizione corporea.
Bioimpedenza: uno sguardo oltre il peso forma
E’ ormai accettato da tutti che non è più sufficiente, per verificare se si è in una buona condizione fisica, utilizzare il peso forma come unica unità di riferimento.
Il peso esprime la massa corporea, l’insieme della massa grassa, dei muscoli, dell’ossa e dell’acqua.
Pensare quindi che la variazione di peso riscontrato sulla bilancia corrisponda alla sola massa adiposa è riduttivo.
Le variazioni di peso dipendono dal comparto idrico e solido, grasso e muscoli.
In questo caso solo la bioimpedenza è in grado di valutare con una maggior accuratezza la composizione corporea.
Il protocollo di esecuzione del test della BIA prevede che il soggetto sia sdraiato supino su un lettino.
Il tecnico colloca 4 elettrodi, due sulla mano e due sul piede, e attivando la macchina, misura la resistenza e la reattanza del corpo.
La resistenza è la misura pura di opposizione al flusso di una debole corrente elettrica, a frequenza fissata, inviata nel sistema biologico.
La reattanza è la forza che si oppone al passaggio di una corrente elettrica, e dipende dalla quantità di materiale lipidico intorno alla massa cellulare.
Tramite un software in dotazione, da questi due valori, si ricavano importanti parametri, interpretabili dagli addetti ai lavori.
In generale i tessuti magri sono maggiori conduttori dei tessuti grassi, poiché contengono una maggiore quantità di acqua ed elettroliti, e di conseguenza faranno minor resistenza al passaggio della corrente elettrica.
Un organismo ben idratato e con una sostanziale massa muscolare, mostrerà una percentuale di massa grassa compresa tra il 15 e il 25%.
Il test è molto valido, perché ha un livello di errore <3,5 kg nei maschi e <2,5 kg nelle femmine, anche si tratta di un metodo indiretto.
Tuttavia esistono alcuni fattori che potrebbero alterare questa misurazione come un’intensa attività aerobica, l’alta temperatura corporea e il ciclo mestruale.
Fortunatamente la professione del personal trainer si sta gradualmente sovrapponendo con quella del chinesiologo, laureato in scienze motorie e con un bagaglio culturale molto ampio che tocca un po’ tutti gli ambiti di cui sopra.
Pertanto, la seconda regola da seguire sul come scegliere un personal trainer è di cercare il professionista più competente nell’ambito specifico.
Inoltre, nella programmazione deve considerare l’elemento flessibilità, cioè essere in grado di correggere il tiro e di capire se l’evoluzione prestativa attesa corrisponde o meno alla programmazione iniziale.
La serietà di un personal trainer può essere valutata anche dal primo colloquio.
E’ imprescindibile sapere, ma è essenziale anche saper fare e avere una esperienza sul campo.
Le conoscenze apprese produrranno maggiori risultati se sottoposte a prove ed errori nelle esecuzioni pratiche degli esercizi.
L’elemento caratteriale non è fondamentale, ma potrebbe fare la differenza nel raggiungimento degli obiettivi.
Meglio una persona empatica, sicura di sé e carismatica.