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Locandina Monte Sacro Evento

SULLE TRACCE DEL PASSATO “L’ABBAZIA DI MONTE SACRO”

A nord di Mattinata sin a 874 metri sul livello del mare si eleva Monte Sacro, la vetta più alta del Gargano orientale.

La presenza del calcare, appartenente al cretaceo e all’eocene, con tracce di tufo miocenico e pliocenico, ricco di argilla, determinano nelle rocce un colore variabile dal grigio rossastro al rosso oscuro.

Dando uno sguardo alla fauna sottostante, si viene colpiti da querce, pino nero, olmi e cipressi e nelle esposizioni più fresche anche carpino nero e roverella.

La superficie boschiva, purtroppo, a causa del pascolo e degli incendi, si è ridotta notevolmente, anche se non possiamo non notare la tipica macchia mediterranea.

Nel IV secolo d.C. il monte era ancora conosciuto come Monte Dodoneo, consacrato al culto pagano di Giove.

Secondo una antichissima tradizione, dopo l’apparizione dell’Arcangelo Michele a San Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto, nel 490, il vescovo e i prelati fecero distruggere i simulacri dedicando il tempio alla SS.Trinità.

Da allora il monte assunse la denominazione di Sacro, proprio per ribadire la nuova consacrazione.

Successivamente un gruppo di monaci vi realizzò un piccolo cenobio, documentato come Abbazia già un centinaio di anni dopo, fu così sede del monastero benedettino dal VI al XIII secolo d.C.

Grazie all’influenza dell’Abate e letterato Gregorio si costituì una vasta biblioteca, che contribuì a far diventare l’abbazia uno dei più importanti centri culturali della Puglia del Medioevo.

In seguito a un periodo di fioritura, nel XV secolo l’Abbazia venne accorpata a quella di Siponto e abbandonata.

Seguì una lunga fase di degrado che portò l’Abbazia all’attuale stato di rudere, da cui però si evince ancora la struttura originaria: la chiesa abbaziale con la torre campanaria, le celle del dormitorio, il battistero, il refettorio con la cucina, le cisterne, il chiostro, il cortile, i magazzini, le stalle e la torre di vedetta.

La chiesa presenta la facciata scandita da tre grandi arcate cieche a sesto acuto poggiate su colonne che reggono gli archi e incorniciano il portale di accesso.

L’aula a tre navate absidate è divisa in cinque campate, con archi sorretti da pilastri.

Sulle pareti dell’abside si notano tracce di affreschi.

Poco lontano è il battistero a pianta quadra.

L’Abbazia conquistò il terzo posto in classifica al censimento I Luoghi del Cuore nel 2012.